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Diario di prigionia
dai Lager nazisti 1943-1945
Francesco Fabbri
“Ho sempre sognato e tanto sperato che il giorno della fine delle nostre sofferenze di prigionia, dovesse essere un radioso mattino di primavera. E difatti è così: il sole splende a festa oggi, il cielo è chiaro e luminoso, i nostri animi leggeri. Il reticolato nudo e spinoso s’è destato al sole d’aprile e ha germogliato il fiore della libertà. Dai vecchi zaini ammuffiti e rosi dai topi sono state tolte le divise di festa, gelosamente custodite, le nostre facce cadaveriche si sono rianimate ed i nostri occhi brillano di felicità. Per tutto quanto ho sofferto in questi lunghi mesi, per tutte le umiliazioni subite, le continue torture fisiche e morali, la lotta disperata per mantenermi saldo nelle mie idee, gioisco in questo giorno, che mi ricompensa di tutto”.
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