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La via della sete
Paolo Borin
L’aeroporto era del tutto simile alle altre volte, l’ora era la stessa, la coda era la stessa. Noy mi disse che mi avrebbe concesso tre mesi, dopo di che, se non mi fossi fatto vivo, si sarebbe considerata libera di aprire il suo cuore. Ricordo che mi colpì quel numero, il numero tre, che avevo conosciuto in un suo racconto, molti anni prima. Poi aggiunse che quel distacco avrebbe dovuto essere legato al sorriso. Disse proprio così, “sorriso”. Niente lacrime o commozione fuori controllo. Il sorriso a chiudere quella nostra storia. Il suo sorriso mi accompagnò fino alla fine. Lo vidi sparire poco a poco insieme a quella piccola donna che aveva accompagnato la mia vita per sette anni.
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