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Scondicùco
Poesie in trevisan
Emilio Gallina
I meno giovani si ricorderanno di questo mozionante gioco e delle struggenti sere stive che, allora ragazzetti, ci vedevano spensierati e sereni, sparpagliarci d’intorno durante la conta fatta ad alta voce da chi era stato designato dal “tocco”. Ognuno cercava riparo dietro cespugli, siepi, muretti per non farsi scovare per primo ed evitare così di andare, a sua volta, al “palo” per la conta, ricorrendo a sotterfugi più diversi per imbrogliare il compagno (far fare “baréta squajàda”) intento alla cerca, per farlo ricontare ancora. Titolo bizzarro, d’accordo, ma non scelto a caso. La poesia è un po’ come giocare a “scondicùco” a nascondino cioè. Il poeta infatti, cela spesso nei suoi versi, l’intimo sentire e le emozioni di un personalissimo vissuto lasciando a chi legge, l’impegno di cercare il messaggio recondito di quei versi. Poesia come “gioco” tra poeta e lettore quindi, bello ed emozionante se si tratta di vera poesia.
Cenni sull’autore:
